Molto spesso quando si inizia a fare fotografie ci si sente frustrati da foto poco riuscite.
Non sempre è questione di tecnica, molte volte è un problema di comunicazione tra noi e il soggetto o il fatto che non sappiamo esattamente quello che vogliamo.
Lavorare con una modella professionista facilita la vita ma, non sempre è possibile fotografare professioniste e non per tutti i lavori è necessario lavorare con una modella professionista.
Quindi? Che ci resta da fare, appendere la macchina al chiodo?
No. La risposta è: studiare.
Guardare ogni tipo di fotografia, video, film o libro con occhi da “ladro”. Osservare e immagazzinare appunti mentali, fisici o virtuali per un futuro in cui ci saranno utili.
Uno dei libri che trovo molto interessante e ricco di spunti è Study of pose di Steven Sebring e Coco Rocha

Il libro affronta in maniera visiva e creativa 1000 pose che una modella può assumere.



Contiene anche pose un “estreme” ma le trovo comunque valide sia per il fatto che non si sa mai cosa mi potrà servire in futuro sia perché mostrano come si “deforma” un corpo se sottoposto ad alcune forzature.




La scelta di Coco Rocha come modella e co-autrice del volume non è stata una scelta fatta a caso. La Rocha è una modella camaleontica, instancabile, piena di fantasia e incurante di apparire bella a tutti i costi.
Del libro esiste anche una versione 3D dove si possono esplorare le pose a 360°
Scheda libro
Study of pose
Steven Sebring and Coco Rocha
prefazione di Jan Paul Gaultier
Editore: Harper Design
Anno: 2014 (prima edizione)
Pagine: 2032
Lingua: inglese
Prezzo: 44,88€
Perché vale la pena averlo
- Il formato
- Fonte inesauribile di ispirazioni
- Contenuto “senza tempo”
Cose gnè
- Alcune pose sono simili
- Breve descrizione delle pose da parte della modella avrebbero dato quel qualcosa in più. Ma mi rendo conto che sarebbe stato un lavoro in più e forse ripetitivo.
- La carta è molto sottile e essendo le foto molto contrastate c’è il famoso effetto ghost. Però mi rendo conto che un volume con così tante pagine sarebbe stato difficile e “scomodo” usare una grammatura superiore.